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LE CITAZIONI

In questa pagina sono raccolti gli aforismi o i piccoli racconti che in qualche modo hanno inspirato o fatto riflettere i componenti dello staff.

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LA RIVOLUZIONE DELL’ANIMA

Nessuno è padrone della propria felicità, pertanto non collocare la tua allegria, la tua pace, la tua vita nelle mani di qualcuno, assolutamente no. Siamo liberi, non apparteniamo a nessuno e non possiamo desiderare di essere proprietari dei desideri, della volontà o dei sogni di chicchessia.
La ragione della tua vita sei tu stesso. La tua pace interiore è la tua meta di vita. Quando proverai un vuoto nell’anima, quando crederai che manca ancora qualcosa, pur avendo tutto, rimetti il tuo pensiero nei tuoi desideri più intimi e cerca la divinità che esiste in te.
Non poggiare la tua felicità ogni giorno più distante da te. Non collocare l’obbiettivo troppo lontano dalle tue mani, abbraccia quelli che sono alla tua portata oggi. Se sei disperato da problemi economici, sentimentali, o da rapporti familiari, cerca dentro di te la risposta per calmarti; sei il riflesso di ciò che pensi quotidianamente. Smetti di pensar male di te stesso, e sii sempre il tuo miglior amico.
Sorridere significa approvare, accettare felicitare. Allora fai un sorriso per approvare il mondo che vuole offrirti il meglio.
Con un sorriso sul viso le persone avranno le migliori impressioni di te, e starai affermando a te stesso che sei pronto per essere felice.
Lavora, lavora molto in tuo favore. Smetti di attendere la felicità senza sforzi. Cessa di esigere dalle persone ciò che neppure tu stesso hai ancora conquistato. Critica meno, lavora di più, e giammai dimenticati di ringraziare.
Ringrazia tutto ciò che è nella tua vita in questo momento, compreso il dolore. La nostra comprensione dell’universo, è ancora piccola per giudicare ogni cosa nella nostra vita.
E la vera grandezza non consiste nel ricevere degli onori, ma nel meritarli.  

Aristotele      

VOLEVO CAMBIARE IL MONDO

Quand’ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo. 
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po’ lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese. Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all’improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l’esempio avrei poi cambiato la mia famiglia. Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo

Anonimo

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FORSE CHE è UN BENE, FORSE CHE è UN MALE

In una delle tante campagne della Cina viveva un contadino, con la moglie e un unico figlio. Era povero ma possedeva una forte cavalla che usava per trainare il carro o l'aratro e che  tutti gli invidiavano. La sua vita era molto semplice e serena, basata su principi che non ponevano problemi. 
Una notte scoppiò un temporale eccezionale, tuoni, fulmini e saette si susseguivano senza tregua. La povera cavalla si spaventò al punto che saltò lo steccato del suo recinto e scappò. Nel paese la cosa suscitò grande agitazione perché consideravano una grande disgrazia per quel contadino aver perso l'unico bene che aveva e che lo aiutava nel lavoro. Alcuni di loro andarono alla sua povera capanna per consolarlo, pensando di trovarlo disperato,
"Che disgrazia" "Questa non ci voleva". Ma il contadino era sereno e rispose alle loro attenzioni con una frase strana: "Non vi preoccupate, forse che è un male, forse che è un bene..."
Tutti restarono allibiti e pensarono che al contadino fosse dato di volta il cervello, "Poverino è talmente disperato che gli ha dato di volta il cervello", ma qualche giorno dopo la cavalla ritornò nel suo recinto e, bella sorpresa, aveva portato con sé un bellissimo cavallo selvaggio.
Una notizia del genere, in un piccolo villaggio, si diffonde velocemente e molti dei suoi compaesani andarono a trovare il contadino per congratularsi ed ammirare quelle bellissime bestie. "Ma che fortuna hai avuto hai trovato 2 cavalli" Anche questa volta il contadino li sorprese perché non sembrava gioire, e a chi si congratulava con lui rispondeva "Be, forse che è un bene, forse che è un male ..."
Anche questa volta, quello che avvenne, gli diede ragione. Suo figlio, infatti, cercò di domare quella bella bestia, ma il cavallo lo disarcionò e cadendo a terra si ruppe una gamba, cosa grave allora, che non esistevano gli ospedali!
Anche questa volta i suoi compaesani passarono dalla sua capanna per portare conforto al padre e al figlio, ma anche questa volta trovarono il padre sereno che consolava il figlio e a tutti diceva "forse che è un male, forse che un bene..."
Inutile dire che tutti furono sconcertati da tanta serenità e dalla pace che regnava in quella povera capanna.
Ma il tempo diede ancora ragione al contadino. Qualche giorno dopo arrivò un drappello di soldati che circondò il villaggio. Un banditore comunicò: "C'è una guerra lontana e l'imperatore  ordina l'arruolamento di tutti i giovani, per andare a combattere il nemico". Tutti i giovani furono portati via, meno il figlio del contadino che, con la gamba rotta, non poteva essere utile nella guerra. "Tuo figlio grazie alla gamba rotta non parte facciamo festa.
Nessuno di quei giovani partiti ritornò più a casa perché tutti furono uccisi in una sanguino.

Koan tradizionale (cioè affermazione o domanda paradossale utilizzata nel Buddismo Zen  come tecnica di meditazione).

LA RAGAZZA ALL'AEROPORTO

Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette poi nella sala VIP, per stare più tranquilla. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne prese uno. Lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra sé pensò: '..ma tu guarda, se solo avessi un po’ più di coraggio gli avrei già dato un pugno..'. Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a quando rimase solo un biscotto e la donna pensò: 'ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!! ' L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà! 'Ah!, questo è troppo!' pensò e cominciò a sbuffare indignata, si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa. Quando si sentì meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Sentì tanta, tanta vergogna.. e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell'uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell' orgoglio. 
MORALE: Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti di un altro senza saperlo? Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!!!! 
Esistono 5 cose nella vita che NON si RECUPERANO: Una pietra dopo averla lanciata. Una parola dopo averla detta. Un'opportunità dopo averla persa. Il tempo dopo esser passato. L'amore, per chi non lotta! Qualcuno una volta ha detto: 'Lavora come se non avessi bisogno dei soldi. Ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire. Balla come se nessuno ti stesse guardando. Canta come se nessuno ti stesse sentendo. Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra!!!

Anonimo

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DA "SEI PERSONAGGI IN CERCA DI AUTORE"
 

“Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signori, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono per me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo d’intenderci, non c’intendiamo mai”.

Luigi Pirandello

INTERVISTA A GESU'

I=Intervistatore

G=Gesù

I) Caro Gesù, visti i risultati, ne valeva veramente la pena?

G) Be, certo si poteva sperare di meglio, ma non facciamo di tutt'un'erba un fascio. L'obiettivo, non era costruire un mondo perfetto, perché questo per me e per mio padre in fondo sarebbe stato facile, ma sarebbe stato un mondo senz'anima, senza vita, senza motivazioni. Tutti buoni, tutti belli, tutti perfetti. Nessuno che da ultimo vuole rimontare e diventare primo. Mai il mare in tempesta, sempre calma piatta. In barca a vela uno si diverte quando c'è vento forte non nella bonaccia.

I) Tutto questo bisognerebbe spiegarlo a chi soffre, a chi ha la vita rovinata per una coincidenza, una fatalità, un incontro sbagliato, a chi non trova la forza di reagire. Non dico che si doveva fare un mondo perfetto, ma almeno dare dei parametri un tantino più ristretti?

G)  Hai visto hai parlato di restrizione e quindi di limiti. Noi invece abbiamo voluto lasciare una libertà assoluta anche al caso che se vuoi possiamo chiamare destino.

I) Perdonami, ma dati i vostri immensi poteri non era possibile escogitare una formula che lasciando spazio al libero arbitrio poteva esprimerlo solo in un verso positivo.

G) Abbiamo voluto lasciare spazio alle emozioni che sono quelle per cui una vita vale la pena di essere vissuta e le emozioni sono un pozzo senza fondo,  ma dal profondo del pozzo si vede sempre la luce. Vedi, la lotta tra il bene ed il male ci sarà sempre. Ma mentre il male è facilmente identificabile, ha sempre un nome, il bene bisogna saperlo rintracciare ed interpretare. Ed è quello che vi dovete allenare a fare per essere dei generatori di bene e non di male, perché sia l’uno che l’altro si accumulano nell’universo, a vostra insaputa, sotto forma di energia di segno opposto andando a influenzare in senso positivo o negativo le grandi leggi dell’universo.   Ma comunque, non dovete prendere la vita troppo sul serio, non è così importante. Sono pochissime le vite che dopo anni vengono ricordate. E poi ricordate come? Con un sacco di approssimazioni, di interpretazioni arbitrarie. E ricordate per quanto? 1000-2000 anni? Che vuoi che siano? Una goccia nel mare del tempo.

I) Ma noi questo abbiamo come materiale a disposizione. E’ facile dire “non prendetela troppo sul serio” quando le persone non  hanno altro e vivono  le situazioni come se fossero quelle per sempre.

G)Scusa, rifletti prima di parlare. Non devi dire che è facile per me, perché io so cosa significa, perché l’ho voluto provare. Come un medico che prima di dare la cura avesse voluto provare i sintomi del malato. Io so esattamente di cosa stiamo parlando. So che significa la sofferenza di passare una vita a diffondere  amore, non essere compreso ed essere ricambiato con l’odio e la tortura.

I)Non volevo mancarti di rispetto, né volevo sminuire l’eroismo di quello che hai fatto. Ma permettimi di dire che comunque tu sei riuscito a farlo perché hai una visione generale più ampia di quella che possiamo avere noi.

G)Quando dico che l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio intendo che ha in se la potenzialità di elevare il suo sguardo.

I)Cosa vuoi dire con “elevare lo sguardo”?

G)Voglio dire che ogni uomo ha in se due essenze: una molto limitata che concentra lo sguardo su di se:”Io, qui, ora”. Un’altra più ampia che lo fa sentire un'unica cosa con gli altri, in simbiosi con la natura ed in armonia col creato. E’ questa seconda essenza che dovete privilegiare per non morire mai. L’uomo, prima o poi, finirà. Il creato mai. Sotto qualche forma anche inimmaginabile esisterà sempre. L’uomo che riuscirà ad identificarsi con esso sarà eterno.

Rentor

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"I TAGLIATORI DI PIETRA"

Al tempo in cui le chiese si costruivano con le pietre, un forestiero vide un posto dove un gran numero di tagliatori di pietre stavano lavorando. Incuriosito, si avvicinò ad uno di questi e gli domandò: ”Cosa stai facendo? ”Quello lo guardò infastidito e con tono seccato rispose: ”Non vedi, sto tagliando pietre”. Il forestiero si allontanò e andò verso un altro lavoratore e gli fece la stessa domanda. Questi, senza neanche guardarlo, non interrompendo quello che stava facendo gli rispose : ”Mi guadagno il pane per la mia famiglia”. A questo punto il forestiero si diresse verso un terzo tagliatore e gli rifece la stessa domanda. Il tagliatore interruppe il lavoro si alzò in piedi, gli mise il braccio sopra la spalla e indicando con l’altro braccio l’edificio che stava nascendo, disse: ”Io sto partecipando ad un grande progetto: la costruzione di una cattedrale.”

Roberto Assaggioli

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